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La targhetta PAT “Special Motorcycles Products“, (prodotti speciali per motocicli) in alluminio sublimatico è realizzata in due varianti cromatiche e viene rivettata sul paramarmitta dei seguenti kit Elaborazioni Ancillotti per tutti i modelli della nuova Lambretta:
La versione, scritta “PAT“ rossa con cornice verde
sul kit “RACER“
sul kit “MOTORCYCLES 80“
sul kit “SIX DAYS“
sul kit “MOTORCYCLES 82“
La versione, scritta “PAT“ nera con cornice nera
sul kit “SCARAB“
sul kit “CAFERACE“
sul kit “MIMETICA“
PAT, acronimo di Piero Ancillotti Tuning, il fratello più grande di Alberto, che insieme al padre Gualtiero, fondarono il marchio Ancillotti come lo conosciamo oggi. Piero, agli inizi degli anni ottanta, convinto dagli indiscussi successi commerciali, oltre 40.000 moto vendute in meno di vent’anni e da quelli sportivi ottenuti dalla Casa Ancillotti, tra cui 3 record del Mondo di velocità ad oggi imbattuti sui circuiti di Monza nel 1965 e di Elvington in Inghilterra nel 1966, con la speciale Lambretta elaborata Ancillotti “Special 250 c.c.”, 15 volte campione italiano Cross, Regolarità e Trial dal 1971 al 1979, vincitore nei campionati europei di Finlandia, Svezia, Francia e Spagna, medaglia d’oro alla “Sei Giorni Internazionale”, decise di entrare nel mercato dei sistemi di scarico, dove Malossi, Polini e Giannelli ne facevano da padroni. Ancillotti aveva depositato negli anni molti brevetti, compreso nuovi sistemi di scarico utilizzati per le moto da Enduro e da Cross, oltre alle famose marmitte sportive per Lambrette Innocenti. Forte di questa pluriennale esperienza, Piero, decise di brevettare e costruire, a cavallo tra la fine degli anni ‘70 e gli inizi degli anni ‘80, alcune marmitte con relativo silenziatore “finalino“, per molti modelli di moto e scooter di varie Case Costruttrici dell’epoca. Piero, con la Ancillotti Motorcycles decise di commercializzare sul mercato le marmitte con il marchio PAT. Per ogni marca e modello di moto, come in un moderno co-brand, Ancillotti apponeva sulle marmitte e sui silenziatori adesivi con scritte: “BY PAT FOR CAGIVA”, “BY PAT FOR APRILIA”, “BY PAT FOR PIAGGIO” (Ciao e Vespa T5). Ogni marmitta era corredata di una scheda tecnica con le caratteristiche costruttive e le avvertenze per il montaggio. Nella scheda, ad esempio, inviata con la marmitta per la Vespa T5 all’acquirente c’era una nota, “Comunicazione tecnica: Per un corretto montaggio della NS marmitta Vespa T5 è indispensabile ancorare il silenziatore a mezzo di una reggetta metallica alla vite bloccaggio della ventola di raffreddamento. Il silenziatore viene corredato da una fascetta e da un bullone con dado D8 a cui ancorare tale reggetta. Ci raccomandiamo che la reggetta non sia montata tra la fascetta ma all’interno in maniera si possa regolarmente stringere il bullone.” Gli slogan erano: “Usando i nostri prodotti, le tue capacità e la tua moto, puoi inventarti meccanico preparatore e appassionarti a questo interessante hobby. Ti auguriamo buon divertimento con la PAT!!“ e “Scatena i cavalli della tua moto con i prodotti PAT“. Sugli adesivi apposti sui silenziatori appariva spesso a fianco della scritta PAT, la dicitura “the Best”. Mai come negli anni ottanta, il motorino ha rappresentato per intere generazioni il senso di libertà e di emancipazione, erano i tempi dei “tuboni”, Fifty e Peripoli. Il Marchio fiorentino buttò fuori il Cioè, il Ciò e il Più quattro marce. Ancillotti aveva studiato un’elementare ma efficace strategia di marketing, semplici slogan fatti di semplici parole per coinvolgere e far appassionare i ragazzi dell’epoca ad un nuovo hobby, poter modificare da solo il proprio mezzo, come un vero meccanico, che per quegli anni aveva un significato simbolico, voleva dire essere grandi, cavarsela da soli e dimostrare di avere un mezzo che andava più forte degli altri, anche se soli di pochi km orari. Oggi questa cosa fa sorridere...
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