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TEST - Ancillotti Scarab Evo 29: godimento e... paura

Dopo averla assaggiata in uno Short Test, il sottoscritto ha deciso di andare più a fondo, con un test vero e proprio.
La Ancillotti Scarab Evo 29 rappresenta la nuova visione dell’enduro per quanto riguarda il marchio toscano, una bici che richiama la storia motociclistica, l’artigianalità e la passione di questa famiglia per il mondo delle due ruote off-road.

Dopo quello Short Test mi era rimasto un po’ di amaro per non averla provata sui miei sentieri abituali, quelli sui quali provo le altre bici da enduro, così parlandone con Tomaso Ancillotti siamo arrivati ad un accordo.
Ecco, così montata una Ancillotti Scarab Evo 29 costruita su misura, con geometrie scelte per lo stile di guida e per l'utilizzo che il sottoscritto ne voleva fare.
Dopo svariati mesi di test siamo pronti per svelarvi nel dettaglio i segreti di una Mtb che, nel bene o nel male (ma più nel bene...), scatena sempre forti discussioni ed emozioni.

 

1 – DETTAGLI TECNICI TELAIO


– Geometria: 9,5
Solitamente se lasciate carta bianca a Tomaso non vi sbagliate, ma in ogni caso la tendenza è quella di proporre al cliente una bici con geometrie moderne, cioè lunga di orizzontale, angolo di sterzo aperto, piantone molto verticale e interasse abbondante.
Ciò rende la Ancillotti Scarab Evo 29 estremamente stabile sia in salita che in discesa.

La versione che ho avuto tra le mani era su mie specifiche, quindi angolo sella 74,5°, tubo orizzontale di 610 mm, lunghezza del carro di circa 438 mm, angolo di sterzo regolabile tra i 65 e i 63,5° e con esso anche l'altezza del movimento centrale attraverso il tirante inferiore (foto in basso).
Agire sul link inferiore è facile, ma richiede attenzione e pulizia nello smontaggio e nel rimontaggio delle viti e del controdado.

Il test si è svolto in tutte le opzioni possibili a seconda del tipo di tracciato e la differenza si percepisce ad ogni mezzo giro del tirante.
Questa è una geometria molto estrema e non facile per tutti, ma la mia intenzione era quella di sfruttare a pieno l’artigianalità del telaio per ricevere qualcosa di unico e che potenzialmente potesse andare incontro alle mie esigenze di “smanettone”.

 

– Assetto in sella: 9,5
L’equilibrio generale è ottimo.
Le geometrie studiate a tavolino sono state rispettate e tutta la componentistica era stata scelta anche in funzione delle mie preferenze: attacco manubrio da 40 mm, manubrio con rise di 30 mm, larghezza di 770 mm e dislivello sella/manubrio di circa 6 cm a favore di quest’ultimo.
Sì, la mia è un’impostazione un po’ insolita, molto alta davanti, ma siccome la mia tendenza è quella di guidare molto sull’anteriore, questa impostazione mi permette di non caricare troppo l’anteriore ed essere più centrale quando le pendenze diventano molto accentuate.

 

– Cura costruttiva: 6
Qui si potrebbe parlare per ore, perché un mezzo come la Ancillotti Scarab Evo 29 lascia poco spazio alla cura dei dettagli.
Conosco personalmente Tomaso e so che si potrebbe fare di più.
Le saldature sono molto evidenti e potrebbero essere più sottili e pulite, così come i cavi potrebbero essere indirizzati meglio con qualche guidacavo in più o con lo studio di un passaggio interno.

Lo spazio per la gomma posteriore è minimale: l’ho utilizzata anche con molto fango e non ho avuto problemi, ma è evidente che tutto è al limite.
Il portabborraccia, a meno di avere una taglia L, ve lo potete scordare.
Manca anche un riferimento oltre il quale non poter svitare il tirante inferiore.

Se si esagera ad aprire l’angolo di sterzo potreste trovarvi con la ruota posteriore che tocca sul tubo piantone quando la sospensione va a fondocorsa.
In generale, confrontandomi anche con altri possessori della Scarab Evo 29, da tutto avvitato potete svitare il tirante al massimo di 2,5/3 giri.
Però, chi compra un’Ancillotti sa a cosa va incontro: è tutta sostanza.
Lascia un po’ di amaro in bocca, ma ci si passa facilmente sopra quando si mette il sedere sulla sella.

 

– Tuning ammortizzatore: 9,5
Qui viene fuori la prima nota di spicco di questa Ancillotti Scarab Evo 29.
L’ammortizzatore Ancillotti ha una taratura che rende molto intuitiva e assolutamente goduriosa la curva di compressione della sospensione posteriore da 160 mm.
Il supporto dell’idraulica è poco evidente a inizio corsa, il che la rende ipersensibile e quando ci si aspetta di sentire dei fondocorsa in realtà sembra che l’escursione non manchi mai.

Nel pedalato abbiamo la possibilità di chiudere l’idraulica attraverso la levetta, ma anche lasciando aperto l’ammortizzatore la bici non soffre assolutamente a patto di avere una pedalata rotonda.
E’ sicuramente votata alla discesa, quindi rilanci e sostegno a metà corsa non sono da bici da trail.
Però qui viene in soccorso un’altra regolazione: il secondo foro, quello più basso sul forcellone (foto in basso), fa diventare la curva di compressione molto più progressiva, rendendola sostanzialmente una 130/140 mm al posteriore e cambiando completamente il comportamento della bici, che diventa molto più una trail bike come reattività e pedalabilità.

Inoltre, Ancillotti mette a disposizione del cliente una taratura più specifica a seconda delle esigenze del cliente.
Manca un po’ la cura delle rifiniture, ma Ancillotti non lascia mai nulla al caso per quanto riguarda le prestazioni.
Dopo svariate prove ho preferito un diverso link che dona alla bici più sostegno e progressività. Con un mezzo così artigianale si hanno infinite possibilità di personalizzazione.
L’importante è non perdersi…

 

– Posizionamento ammortizzatore: 8,5
La posizione è ben nascosta da detriti e fango, è facile raggiungere anche in sella la leva della compressione, per il ritorno invece bisogna assolutamente fermarsi e infilare le mani in spazi angusti, ma è una regolazione che si tocca poche volte.

 

– Peso telaio e/o bici: 9,0
La bici così allestita, senza componenti troppo ricercati con ruote da circa 2 kg e pedali flat inclusi, ha fermato la bilancia a 14,1 kg. Un peso più che ragionevole considerato l’allestimento e l’ammortizzatore a molla.
Il solo telaio, nudo, pesa 2,8 kg, con ammortizzatore a molla arriva a 3,5 kg.

 

– Prezzo telaio e/o bici: 8
In questo caso l’allestimento è custom, in ogni caso il prezzo del solo telaio è di 2900€ , quindi mediamente alto per un telaio in alluminio, ma stiamo parlando di un prodotto artigianale costruito su misura per chi lo acquista.
Mentre la bici completa diventa più conveniente ed è di fatto in linea con il mercato partendo da 4800€ con freni e forcella Formula, ruote Sun Rims e trasmissione Sram Nx.

 

– Garanzia sul telaio: 6

2 anni come previsto dalla legge.

 

Voto finale (da 1 a 10): 8,25

2 – COMPORTAMENTO IN SALITA
 

– Efficienza sospensione posteriore in salita: 8
L’ammortizzatore a molla non penalizza il comportamento in salita di questa bici.
Ad andature blande tipiche da enduro mantenendo una pedalata rotonda non si ha neanche la necessità di chiudere l’idraulica dell' Ancillotti Scarab Evo 29. Chiudendo l’idraulica in ogni caso si riesce a sentire un beneficio, soprattutto quando iniziamo ad essere più stanchi. Se ci si alza in piedi sui pedali tende ad affondare molto ma è quasi inevitabile con una bici da 160 mm.

 

– Impressioni di guida in salita: 8,5
Sinceramente proprio come durante lo Short Test sono rimasto piacevolmente sorpreso da come si guida in salita, la trazione che offre il posteriore è impressionante e a meno di particolari ostacoli tende a non sedersi. L’angolo piantone verticale e la lunghezza dell’interasse abbondante le regalano una stabilità incredibile anche sulle salite più ripide. Quando i tornanti diventano molto stretti abbiamo a che fare con una bici molto lunga quindi bisogna ricorrere a qualche manovra più trialistica per guadagnare spazio e ritrovare la linea ideale.

 

Voto finale (da 1 a 10): 8,25

3 – COMPORTAMENTO IN DISCESA
 

– Efficienza sospensione posteriore in discesa: 10
I piccoli impatti vengono letteralmente “mangiati” dalla sospensione, con un effetto che è paragonabile a quello di una gomma Plus. Su alcuni terreni mi sono fermato pensando di avere la gomma che si fosse sgonfiata o che si fosse bucata.
Parlare di come va in discesa è quasi superfluo, bisognerebbe provarla, la confidenza è immediata così come la sensazione di avere più escursione di quella realmente a disposizione.
La sospensione diventa progressiva verso il fine corsa al punto che è difficilissimo percepire i fondo corsa.

 

– Efficienza in frenata: 9
La grande sensibilità ai piccoli impatti ha delle ripercussioni positive anche sull’efficienza in frenata. Anche se in fin dei conti stiamo parlando pur sempre di un monocross e quando si frena o si blocca la ruota la sospensione si inibisce un po'.

 

– Impressioni di guida in discesa: 9,5
L’ Ancillotti Scarab Evo 29 è una macchina da discesa e fa dimenticare tutti gli ostacoli che abbiamo davanti non appena si inizia a guidare davvero.
Tutti i componenti sono studiati e calibrati per questo utilizzo e soprattutto per andare al massimo.
Il ripido con questa geometria, questa sospensione e le ruote da 29 non esiste…
Più è ripido e scassato più crea un divario con enduro simili.

La forcella Formula Selva, è ormai una garanzia e grazie alle precedenti esperienze sono riuscito a tararla alla perfezione dopo poche uscite.

L’agilità, benché di interasse sia più di una taglia L da enduro, è ottima grazie all’enorme lavoro di centralizzazione delle masse.
Se vogliamo trovare il pelo nell’uovo, posso dire che ho provato bici, come la Trek Slash 29, più precise in inserimento di curva ed efficienti in frenata, ma poche mi hanno trasmesso questa sensazione di onnipotenza sullo scassato e ripido.

 

Voto finale (da 1 a 10): 9,5

4 – COMPORTAMENTO SUL PEDALATO
 

– Efficienza sospensione posteriore nel pedalato: 8
I rilanci sono uno dei momenti in cui si evidenzia il tuning votato alla discesa dell’ammortizzatore dell'Ancillotti Scarab Evo 29.
In compenso con questa taratura si riesce a volare sopra gli ostacoli con maggiore facilità. Diciamo che occorre prenderci la mano e capire come sfruttarla al meglio.
Se trovate la giusta confidenza vi permette di mantenere la velocità molto alta ed evitare di rilanciare la velocità.

– Impressioni di guida sul pedalato: 8,5
Le ruote da 29” di diametro aiutano a mantenere alta la velocità, ma occorre essere bravi nel farlo per sfruttare al meglio le doti di questa bici.
Quindi, sì, i rilanci non sono rapidissimi, ma è anche vero che la solidità di questa bici permette di esagerare davvero in discesa e in curva, facilitando il raggiungimento di velocità superiori.

 

Voto finale (da 1 a 10): 8,25

VOTO COMPLESSIVO (da 1 a 10): 8,56

In conclusione…
Se volete vedere quanto potete spingervi al limite tra il godimento e la paura della velocità allora dovete salire in sella ad una Ancillotti Scarab Evo 29.
La sensazione di onnipotenza in discesa su ripido e tecnico è impressionante.
E’ vero che è veloce sul dritto e che piuttosto che evitare un ostacolo è meglio puntarlo, ma è anche vero che non è strettamente necessario rallentare per curvare una volta compreso quanta energia richiede in inserimento e in conduzione.
Può soffrire un po’ nei tornanti a gomito di montagna visto l’interasse abbondante ma c’è da considerare anche che potrete allargare le traiettorie come poche altre bici al mondo vi permettono…

Le geometrie di questa Ancillotti Scarab Evo 29 sono estreme, ma la possibilità di personalizzazione e la costruzione del telaio si può interamente pianificare da zero.
Può essere un vantaggio per chi sa quello che vuole e uno svantaggio per chi non lo sa…
La cura e la pianificazione di questo progetto è tutto indirizzato al piacere di guida, pochi fronzoli, poca cura dei dettagli estetici e tanta tanta sostanza.
Se cercate qualcosa di unico e che vi regali emozioni forti per lungo tempo allora fa al caso vostro, ma se vi piace cambiare bici spesso, se cercate le ultime tecnologie e volete una bici pulita e ben curata allora forse vi sarete già fermati al fatto che il telaio è in alluminio… ?

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Per informazioni Ancillotti.com

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