STORIA
Ernesto Ancillotti nel 1907 fondò a Firenze la ditta Ancillotti Meccanica. Il figlio Gualtiero, seguendo le orme paterne, nel 1938 aprì la sua officina "specialità moto", la G. Ancillotti, in via Santa Monaca 6/8 Rosso nello storico Quartiere Fiorentino di San Frediano. Nella sua officina realizzò alcune modifiche sulle WLA le famose Harley Davidson dell’epoca, rendendo elastico il rigido telaio di queste moto. Era il 1948 e per quell’epoca era un’elaborazione rivoluzionaria e all’avanguardia. Alla metà degli anni '60 la G. Ancillotti si dedicò con successo all'elaborazioni di scooter Lambretta Innocenti, con la quale stabilirono i record del Mondo di Monza 1965 e di Elvington 1966, e di moto da strada. L'avvio della produzione di moto da cross fù l’elaborazione del Beta Camoscio 50 c.c., era la "numero uno", come venne soprannominata in casa Ancillotti. Questa prima moto da cross era stata trasformata dalla G. Ancillotti con parti speciali costruite direttamente in modo molto artigianale: furono costruiti testa e cilindro fusi in terra, furono utilizzate le migliori sospensioni dell’epoca, anteriori e posteriori Ceriani e furono montate gomme da fuoristrada. Dopo questo primo successo nelle elaborazioni Gualtiero Ancillotti passo alla produzione di parti meccaniche e del motore per aumentare le prestazioni quali teste, cilindri e altri accessori per moto da fuoristrada. Furono anche eseguite elaborazioni su modelli di moto da strada: da menzionare la carenatura, il serbatoio e il codino dell’Ancillotti 60 c.c. Velocità. Dopo la produzione dei primi modelli da cross, le moto fiorentine divennero famose non solo in Italia ma anche all'estero. Il Marchio Ancillotti era conosciuto molto conosciuto e apprezzato anche in: Svezia, Olanda, Germania, Svizzera, Spagna, Francia e Finlandia (come Kari Tiainen, lui stesso ha dichiarato in un’intervista che una delle sue moto fù un’Ancillotti). Questi paesi dettero molte soddisfazioni al marchio fiorentino sia come vendite che come risultati sportivi. Molti furono i piloti della scuderia Ancillotti che dal 1968 al 1971 si sono avvicendati: Roberto Rogai, Giovanni Landi, Paolo Cozzi, Adami, Birbes, Paolo Corona, F. Melloni, Missio, lo stesso Alberto Ancillotti, Piani, A. Micozzi, e tanti altri che hanno vinto nella regolarità e nel cross a livello regionale e nazionale. Dal '72 al '75 - '76, con le moto equipaggiate con motori Sachs e poi Hiro, si sono visti piloti come Pietro Polini nella classe 50 (campione d’Italia 1972) e il mitico Giancarlo Curradi nel cross classe 125 (campione d’Italia '71 - '73); ricordiamo la sua presenza al mondiale nel '73 alla finale del Prix FIM 125 a Zabok in Jugoslavia; da ricordare la rottura della catena che lo costrinse al ritiro. Giancarlo era in seconda posizione quando la “sua” catena Favorit lo lasciava a piedi); e il non meno famoso Giovanni Landi; L. Picco; Franco Picco; Dal Brun (campione italiano 1976); Lolli; Santi (campione d’Italia 1975); Pietro Caccia (terzo assoluto e medaglia d’oro nella classe 50 c.c. alla Sei Giorni del 1976); i fiorentini Marco Barca nel trial 125; Roberto e Luigi Rogai nella regolarità; Walter Reggioli nella regolarità classe 50; Maurizio Morganti campione italiano trial 125 nel 1977; Aroni; R. Cancelli; G. P. Findanno; F. Meoni; M. Parrini; Pelanconi; R. Rogai; Tironzelli; lo svedese Tommy Holson e tanti altri.